Menu
Il ceraiolo si occupava della produzione artigianale di torce, lumini e candele, utilizzando la cera.
Tale materia prima, elaborata dalle api per la realizzazione dei
favi, era sottoposta a varie fasi di lavorazione.
Il ceraio fondeva favi in acqua calda per eliminare corpi estranei
e residui di miele. Sulla superficie dell'acqua, una volta
raffreddatasi, si formava una focaccia di cera greggia che,
disposta sopra il fuoco, veniva fatta bollire fino a quando non si
fosse completamente liquefatta.
Era cura del ceraio mescolare con una spatola di legno la cera, al
fine di non farla aderire ai bordi e quindi bruciarla. Una volta
che essa appariva ben fusa, si colava nei tini di legno, dove
riposava per alcune ore, prima di essere passata in un bacile
forato e riversata nelle bagnatoie, da dove le
fettucce di cera ottenute venivano prelevate mediante una forca a
tre denti per essere sbiancate.
Dopo che le cordelle avevano raggiunto il giusto grado di
bianchezza, il ceraiolo le riponeva nuovamente nelle
caldaie dove venivano liquefatte. A quel punto il
prodotto era pronto per essere sistemato in un contenitore con 2
manici e 2 becchi. Tale attrezzo permetteva al ceraio di versare
più facilmente la cera nelle tavole da pani. Essi, dopo essersi
coagulati ed induriti, erano utilizzati dal ceraio per creare
candele, ceri e candelotti.
Per quello che riguarda la manifattura delle candele, il ceraiolo,
dopo aver provveduto a fissare i lucignoli di
cotone su un cerchio di ferro, li immergeva più volte
finché non avessero raggiunto una determinata dimensione.
Riposti successivamente tra due pali, venivano presi e sistemati
sopra una tavola ben levigata e pulita, al fine di essere
arrotolati. Terminata questa fase, mediante un coltello di
legno si creava la testa a ciascuna candela. I lucignoli,
lasciati così scoperti, venivano infilati di nuovo negli uncini del
cerchio metallico, affinché le candele fossero fatte precipitare
nuovamente nella cera fusa.
La sua qualità era determinata dal colore, il
quale doveva essere d'un bianco candido e trasparente. In passato
un espediente per accertare la mancanza di grassi nella candela era
quello di far calare una goccia di cera liquefatta sopra un panno
ed aspettare che si asciugasse, affinché si potesse distaccarla dal
tessuto, il quale non doveva presentare alcuna traccia di unto.
Oggi, il mestiere del ceraiolo è pressoché scomparso, essendo stato
soppiantato dalle moderne tecnologie.
Cookie
Questo sito web utilizza i cookie
Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.
Leggi di più