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Nei primi anni del '900 i barbieri accoglievano, nei loro saloni, gli uomini che volevano curare la barba ed i capelli.
Mentre non esistevano parrucchieri per le signore. Bisognava,
quindi, rivolgersi ad una figura specifica che potesse svolgere
tale lavoro e far sì che la propria chioma fosse
sempre ordinata e pettinata: la pettinatrice.
Si recava nelle case delle signore che richiedevano il suo
intervento e pettinava i loro capelli con un pettine a
denti strettissimi che permetteva di portar via la
forfora e altre impurità. I lunghi capelli (non venivano mai
tagliati) erano poi intrecciati e raccolti in una crocchia sulla
nuca a formare il 'tuppo' (così denominato
soprattutto al sud Italia).
Mentre solo le giovinette portavano i capelli
sciolti.
La pettinatrice, oltre al pettine, usava forcine di osso e di
tartaruga, ferretti, pettinini e le 'pettinesse'.
Un aspetto folkloristico, inoltre, è quello legato all'abitudine
delle pettinatrici di riportare fatti e
confessioni delle altre clienti a cui precedentemente
avevano prestato servizio. Pratica che, frequentemente, si ripete
anche oggi nei saloni
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