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"Quello italiano è uno strano paese, quando viene chiamato a scegliere decide di non farlo, quando non può, si lamenta".
Abbiamo scelto questa considerazione per affrontare una tematica
spinosa. Quella legata alla difficoltà da parte dei giovani di
entrare a pieno regime nel mercato del lavoro. Un
percorso spesso pieno di ostacoli. Le
opportunità sono quelle che sono e ci si adatta,
cercando di fare il massimo o ci si lamenta senza attivarsi quanto
e come si potrebbe?
Le criticità sono diverse ed oggettive. Si deve
fare i conti con possibilità scarse ed in molti casi non adeguate
dal punto di vista della retribuzione e/o
scarsamente gratificanti. In altri casi ci si
accomoda e ci si coccola, forti dell'appoggio della
famiglia, dei genitori e senza quei bisogni
stringenti che costringerebbero ad attivarsi.
Un articolo di qualche tempo fa dedicato alla
Svezia faceva riferimento a giovani che a 18 anni
escono di casa, si indebitano con le banche e attraverso dei
progetti si creano opportunità di lavoro. Che dire? Un altro
mondo!? Peculiarità nordiche? Maggiore propensione al
sacrificio!?
Leggendo queste notizie viene da chiedersi: se fossi stato in
Svezia, io l'avrei fatto? Probabilmente si, perché sarei cresciuto
in quel contesto e con quella mentalità. O, invece, avrei pensato
che è un pò esagerata ed estrema come cosa.
Forse, come spesso capita, la verità sta nel
mezzo
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