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Il votapozzo era una figura il cui lavoro consisteva nel vuotare e pulire i pozzi, gli smaltitoi e le fogne.
Quando nelle abitazioni non c'era ancora l'acqua
corrente, infatti, chi poteva avere un
pozzo in casa o nelle vicinanze, era
fortunato.
Nelle città e nei borghi medievali la cisterna era collocata al
centro e garantiva l'unica riserva d'acqua che era
disponibile a scopo alimentare ed igienico. In campagna i pozzi
erano disseminati quà e là.
Periodicamente bisognava provvedere alla loro pulizia per evitare
malattie causate dall'assunzione di acqua sporca.
E allora entravano in scena i "votapozzi". Si trattava di un lavoro
da fare in coppia.
Uno di essi, dopo essersi passato intorno alla coscia l'anello di
una robusta corda, che l'altro teneva all'estremità, saliva
sull'orlo del pozzo, abbracciava la corda del pozzo con entrambe le
mani e si lasciava andare giù.
Nel frattempo il suo compagno lasciava scorrere la
fune, facendo un po' di resistenza per sollevarne
il corpo e potere impedire la caduta, nel caso la corda si fosse
spezzata. Quando il ripulitore era disceso il più possibile vicino
alla superficie dell'acqua del pozzo, il socio fissava l'estremità
della fune a qualcosa di saldo. Il ripulitore, dal canto suo,
conficcava tra le pietre 2 chiodi per ciascun lato del pozzo,
servendosi di un grosso martello che aveva portato con sé.
Quindi, con l'aiuto della corda risaliva quel tanto che bastava per
appoggiare i piedi sui chiodi. Mantenendo questa posizione,
procedeva alla pulitura del pozzo, servendosi di
una cucchiaia di ferro traforata e dotata di un lungo e forte
manico di legno, che il compagno gli aveva fatto arrivare attaccata
ad uno spago. Affondando questo strumento nell'acqua, raschiava il
fondo del pozzo per eliminare ogni tipo di immondizia che vi
trovava e che riponeva nel secchio del pozzo, che il compagno
provvedeva a tirare fuori. L'operazione si ripeteva tante volte
quante fossero necessarie, e terminato il lavoro
il votapozzo ritornava in superficie, servendosi dei supporti che
aveva usato per la discesa.
Oltre alla pulitura dei pozzi, era competenza dei votapozzi,
svuotare le fogne. Questa esigenza era
particolarmente sentita nelle grandi città, dove il rischio di
epidemie era sempre presente. Procedevano dopo che
la fogna era restata aperta per 24 ore e dopo che il mastro
votapozzo l'aveva esaminata. Verso sera, un carro pieno di
botti asciutte e dotate di un foro quadrato in uno
dei fondi, giungeva nel luogo. Il lavoro si svolgeva durante la
notte. Gli addetti si calavano dentro la fogna e muniti di gerle
tiravano fuori la materia putrida che veniva versata nelle botti
che erano state allineate nella strada e una volta piene venivano
portate via e scaricate fuori dalle città.
Tali lavoratori dovevano svolgere queste operazioni più velocemente
possibile, perché la prolungata esposizione alle esalazioni,
secondo la medicina del tempo, a lungo andare provocava la
cecità.
Oggi, anche per via del cessato utilizzo dei pozzi, tale figura ovviamente non opera più.
Fonte: www.mestieriartigiani.com
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