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L'emergenza Coronavirus torna a preoccupare e con essa tornano di triste attualità le criticità ed i timori legati al lavoro e al quotidiano.
Al riguardo bisogna già fare i conti con il bilancio relativo agli
scorsi mesi caratterizzati dal Covid. Secondo gli ultimi dati,
infatti, si è registrato un calo delle assunzioni pari al
43%.
Senza contare coloro che lavorano per conto
proprio e che, in gran parte dei casi, faticano a
ri-acquistare la "normalità", ma senza risultare oggetto di
statistica.
E' vero che il lavoro a distanza e da casa - in modalità
smart working - sta pian piano prendendo
piede, ma la sensazione è che ciò che prima poteva apparire
precario, oggi risulti appeso ad un filo.
Il nuovo aumento dei casi di positività al Coronavirus preoccupa
diverse categorie professionali. E in particolare determinate fasce
d'età.
E' il caso della scuola dove
potrebbero essere tante le opportunità per i supplenti (per lo più
giovani), alla luce della difficoltà manifestata, da parte dei
docenti over 50, di tornare in cattedra.
Potrebbero essere, perché sono tante le incognite legate al ritorno
tra i banchi. Ad oggi, infatti, si fa fatica ad immaginare che le
attività possano svolgersi in sicurezza e normalità a tempo
indeterminato.
Tornando alle posizioni lavorative nel settore scuola, è stato
emesso un decreto che prevede l'assunzione di circa 70 mila, tra
docenti e personale
ATA.
Opportunità di lavoro in più, quindi, almeno in teoria.
Sarà effettivamente così? Si riuscirà ad attuare? Tutto si
avvicinerà all'essere normale?
E' tutto da vedere.
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