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Nell'approfondire le dinamiche legate al mondo del lavoro, capita di imbattersi in annunci apparentemente inverosimili, per via dei requisiti stringenti.
Molti, infatti, cercano figure con esperienza (magari anche
specifica) che abbiano meno di 30 anni.
Annuncio che, a grandi linee, 10 anni fa poteva anche risultare
sensato. Oggi, invece, il più delle volte appare fuori luogo e non
in linea con l'attualità e con lo stato delle
cose, visto che la soglia si è alzata. Fino a qualche tempo fa a 30
anni non si era più considerati giovani. Oggi, invece, sono
considerati giovani anche i 40enni (e non è un
segnale positivo).
La precarietà è diffusa, si cambia lavoro più facilmente e chi
studia non sempre termina prima dei 26 anni, anzi. E' probabile che
a chi tali annunci li produce e diffonde, convenga questa modalità,
al fine di scremare le candidature e ridurre al
massimo le procedure di selezione.
Altro tema (dolente) è quello dell'invio del
curriculum. Non si sa se viene letto o se, invece,
direttamente cestinato. Sono pochi i casi, infatti, nei quali si
ottiene un riscontro, positivo o negativo che sia.
Tutt'altra realtà rispetto, ad esempio, alla
Svizzera dove le aziende rispondono a tutti coloro
che inoltrano la candidatura. Poco cambia a livello pratico ma
quantomeno si è maggiormente incentivati a riprovarci.
Insomma, si ha sempre l'idea che, come Paese, si rimanga un pò
indietro su alcune cose, mentre altre attengano puramente
all'indole. E' un qualcosa che probabilmente l'italiano medio ha
dentro di sé.
Quanti possono chiamarsi fuori?
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