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La mobilità italiana all'estero è in crescita costante e nel giro di un decennio è quasi raddoppiata.
E' quanto emerso dal rapporto "Italiani nel
mondo" della Fondazione Migrantes. Dal 2006 al 2018,
infatti, la mobilità è aumentata del 64,7%,
arrivando a poco più di 5 milioni italiani iscritti
all'Aire (Anagrafe italiani residenti
all'estero).
Per quanto riguarda la meta, il 54,1% resta in
Europa, mentre una fetta rilevante sceglie
l'America. Al riguardo, ad oggi le nazioni
preferite sono Argentina (819.899),
Germania (743.799), Svizzera
(614.545), Brasile (415.933) e
Francia (412.263).
Quasi la metà (49,5%) di coloro che parte, lo fa dal
sud, il 34,9% dal nord ed il
15,6% dal centro.
Il 37,4% di chi decide di andar via (quasi 48mila persone)
ha tra i 18 e i 34 anni, mentre sono state 32mila
i partenti tra 35 e 49 anni.
Singoli e coppie ma non solo. Sono diversi, infatti, i
nuclei familiari che decidono di lasciare
l'Italia. Basti far riferimento ai 24.570 minori
(di cui il 16,6% ha meno di 14 anni e l'11,5% meno di 10) che non
risiedono più nel Bel Paese.
Dati interessanti, quanto inquietanti, che fotografano la triste
realtà del nostro Paese, nonostante i discreti segnali di
ripresa.
Sarebbe interessante approfondire e capire ora cosa fanno, come si
trovano e qual è lo stato d'animo di coloro che hanno scelto o sono
stati costretti a lasciare la propria terra, scegliendone una
straniera,
Nel nostro piccolo e limitatamente al territorio, cercheremo di
farlo
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