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La fuga di 28mila laureati all'estero è costata oltre 3 miliardi di euro allo Stato italiano per l'istruzione, partendo dal primo anno di elementari e arrivando all'ultimo anno di università.
E' quanto stimato da Coldiretti Giovani Impresa sulla base del
Report Istat 2019 su iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della
popolazione residente.
A spingere ad emigrare - sottolinea la Coldiretti - la mancanza di opportunità in Italia, la diffidenza verso il mondo giovanile e la burocrazia.
In questo scenario - stando a quanto evidenziato dalla stessa
Coldiretti - l'agricoltura ha fatto registrare dati in controtendenza rispetto all'andamento generale
nel 2020, con la crisi provocata dall'emergenza Covid. E il settore
agricolo sembra rappresentare una speranza e una risorsa per le
nuove generazioni
Si registra, infatti, un balzo del 14%
del numero di giovani imprenditori in agricoltura, rispetto a 5
anni fa.
Con oltre 55mila under 35 guida di
imprese agricole e allevamenti, l'Italia - spiega la Coldiretti - è
leader europeo nel numero di imprese condotto da giovani, anche
grazie alla svolta green nei consumi e nel lavoro favorita dalla
pandemia.
Il tutto nonostante la burocrazia.
Al riguardo, oltre un giovane italiano su 2 (55%), fra i quasi
39mila che hanno presentato domanda per l'insediamento in
agricoltura in Italia, si è visto respingere il proprio progetto
imprenditoriale a causa degli errori di programmazione delle
amministrazioni regionali, con il rischio di perdere i fondi messi
a disposizione dall'Unione Europea.
Ma anche per quanto riguarda le domande presentate e ammesse a
finanziamento solo poco più della metà è stata effettivamente
pagata.
Dunque, una forte pressione burocratica che ostacola, ma non frena,
la voglia di investire nelle campagne.
Fonte: coldiretti.it
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