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Il sensale (in dialetto 'sanzan') era colui che oggi potremmo definire il 'mediatore'.
Combinava compravendite di terreni o case e
vendita di prodotti agricoli. Il sensale
napoletano, oltre a procurare affari, case e terreni, combinava
anche matrimoni. Nonostante sia nota soprattutto
nella cultura napoletana degli ultimi secoli, la figura del sensale
ha origini antiche risalenti ai popoli arabi e persiani. Si
trattava, dunque, di una figura versatile, con la soluzione a
portata di mano per i problemi più disparati.
Nel 1866, con la nascita del Codice di Commercio del Regno
d'Italia, i sensali vennero distinti in due categorie: quelli
pubblici, muniti di mandato, e i "mediatori in altre specie di
mediazione", assunti privatamente da chi ne avesse bisogno. Nel
1958, poi, venne introdotto l'obbligo di iscrizione al Ruolo della
Camera di Commercio, con la qualifica di "Agenti di affari in
mediazione". A Napoli, nonostante questa figura professionale sia
quasi del tutto scomparso, è rimasto l'appellativo
che oggi identifica un modo di fare e di agire.
E' un mestiere che è andato man mano scomparendo anche se, in
alcuni paesi c'è ancora qualcuno che svolge questa attività.
L' appellativo 'sanzene' o 'sanzan', infatti, viene spesso
attribuito alle persone che, in ogni situazione, riescono a
combinare affari e a mediare tra
persone e gruppi
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