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L'export, ovvero le esportazioni di prodotti italiani verso altri paesi, è un indicatore importante per misurare la competitività e la crescita dell'economia nazionale. Tuttavia, secondo i dati dell'Istat, l'export italiano ha subito una flessione nel secondo trimestre del 2023, con una diminuzione del 2,4% rispetto al trimestre precedente.
Questa contrazione ha riguardato tutte le aree geografiche del paese, tranne il Nord-ovest che è rimasto stabile. Tra le regioni più colpite ci sono state il Lazio, la Sicilia, la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia, che hanno registrato cali superiori al 9%. Le cause di questa situazione sono da ricercare nella crisi sanitaria globale, nelle tensioni commerciali internazionali e nella scarsa diversificazione dei prodotti e dei mercati di destinazione.
Al contrario, alcune regioni hanno mostrato una performance positiva nell'export, soprattutto nel Sud. Tra queste spiccano la Campania e il Sannio, che hanno fatto segnare un aumento delle esportazioni rispettivamente del 25,5% e del 19% nel primo semestre del 2023. Questi risultati sono dovuti principalmente alla crescita delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici verso la Svizzera e la Cina.
Questi dati dimostrano che l'export italiano ha bisogno di una maggiore dinamicità e innovazione per affrontare le sfide del mercato globale. Per questo, il governo e le imprese devono investire in ricerca e sviluppo, in formazione e qualificazione del personale, in digitalizzazione e internazionalizzazione dei processi produttivi.
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