Menu
Le cooperative in Italia si sono rafforzate con la crisi e sono cresciute in particolare tra il 2007 e il 2015.
Lo si apprende grazie al Rapporto
Istat-Euricse. Nel 2007 (prima della crisi) le cooperative
erano 50.691, mentre nel 2011 si è arrivati a 56.946, per toccare
quota 59.027 nel 2015.
E' il settore della sanità e
dell'assistenza sociale ad assorbire il 14% delle
cooperative, impiegando il 34,4% degli occupati complessivi. Le
sanitarie e sociali, infatti, sono cresciute del 40.9%.
Gli altri servizi cresciuti sono quelli legati ad alloggio
e ristorazione (+51,6%), istruzione
(+51,3%), sanità e assistenza sociale (+40,9%) ed
attività finanziarie e assicurative (+39,0%).
Nel 2015, le 59.027 cooperative risultate attive hanno occupato, in
termini di posizioni lavorative in media annua, poco più di
1,2 milioni di addetti , 33mila lavoratori esterni
e 10mila lavoratori in somministrazione.Tra le cooperative attive
spiccano quelle di lavoro (29.414; il 49,8% del totale), sociali
(14.263; il 24,2%), d'utenza o di consumo (3.844, il 6,5%) e quelle
di produttori del settore primario (1.791; il 3%).
La cooperazione di lavoro e quella sociale, oltre a registrare il
maggior numero d'imprese, sono anche le due tipologie cooperative
che hanno generato il maggior valore aggiunto:
12,9 e 8,1 miliardi di euro pari, complessivamente, al 73,4% del
valore aggiunto dell'intera cooperazione nel 2015.
I lavoratori dipendenti delle cooperative sono concentrati soprattutto nella classe di età 30-49 anni (58,5%). Prevale il genere femminile (52,2%) mentre sotto il profilo dell'istruzione circa il 66% dei dipendenti possiede un diploma di scuola secondaria (di I o II grado) e oltre il 15% è laureato contro un 5% che ha acquisito al massimo la licenza primaria.
Poco meno dell'84% dei dipendenti è a tempo
indeterminato; rispetto al regime orario una quota
alquanto elevata di lavoratori è in part-time (44,8).
Nel 2015, oltre il 50% delle cooperative è concentrato in sole
cinque regioni: Lazio e Lombardia, con una quota
intorno al 14%, seguite da Sicilia (10,5%),
Campania (10,1%) e Puglia
(9,3%)
Cookie
Questo sito web utilizza i cookie
Questo sito utilizza cookie tecnici, analytics e di terze parti.
Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo dei cookie.
Leggi di più