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Un tempo, in tutte le botteghe di barbieria che si rispettavano, c'era un ragazzo che alla fine spazzolava le giacche dei clienti con una scopetta, al fine di rimuovere e levare eventuali capelli.
Il lavoro veniva fatto con cura, nutrendo la speranza di una
discreta mancia.
Le spazzole destinate alla pulizia dei vestiti erano fabbricate con
del pelo animale morbido (cinghiale o
maiale). Questa specie di scopette, oggi sono state soppiantate dai
"roller" di carta gommata e da quelle realizzate in microfibra.
Inoltre, un tempo, quando le donne facevano il bucato, strofinavano
i panni con sapone e dove lo sporco era più resistente, usavano una
scopetta di saggina per strofinare più
energicamente. Anche in questo caso la classica spazzola non è più
usata, e se proprio necessita, si usano quelle in plastica, molto
più resistenti ed ugualmente efficaci.
Esistevano ed esistono spazzole dalle setole di
metallo, anche oggi adoperate, ad esempio, nei lavori edili,
ma dove ancora la spazzola furoreggia, non avendo trovato una
valida sostituzione è nella lucidatura delle scarpe. Anticamente le
scopette venivano usate anche per pettinarsi.
Si adoperavano soprattutto sui bambini, in modo da non poterli
nuocere.
Nonostante i progressi della tecnologia, l'antica scopetta, in
alcuni casi, ancora resiste tra gli arnesi utili della casa.
Quello che per noi è un oggetto tanto semplice e necessario, un tempo veniva realizzato con particolare maestria dallo scopettaio, figura che faceva e vendeva le scopette.
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